Tekst piosenki Fior di mia gioventude
Fior di mia gioventute,
Tu se’ morto, nè magico
Carme, ahi! più ti ravviva, o fior gentile:
E tu, cara Salute,
Tu pur mi fuggi, e vendichi
Nel rio novembre le follíe d’aprile.
Deh riedi, o Dea; perdona
Antiche onte, e votiva
T’appenderò corona
Di fior che l’aure di Brïanza edùcano,
O del Lambro la riva.
Piacciati a’ miei desiri
Sol di tanto sorridere
Che porre un inno sulla lira io possa;
Inno, che gaudio spiri,
E il cor tocchi dell’Itala
Donna, due volte a libertà riscossa.
Dono d’amico Dio
Riede, e d’auro ha le chiome
Il dì che patria anch’io
M’ebbi, e soave mi suonò nell’anima
Di cittadino il nome.
Nome sacro, onorato,
Che tutti abbracci e temperi
Dell’uom dritti e doveri in armonía,
Onde forza ha lo Stato,
E per alterni vincoli
La consonanza socïal si cría;
Fra i superbi tu suoni
Stolta cosa abborrita,
E terror metti ai troni:
Ma di te sol s’adorna ogni magnanimo,
A cui la patria è vita.
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
E con gioia crudele
Seguendo sull’atlantica
Onda le folte caledonie antenne,
Alle perfide vele
Pregan contro la gallica
Virtù propizie d’Aquilon le penne.
Re de’ venti, percoti
L’infide prore, e sferra
Gli Euri sonanti e i Noti;
E tu dell’onde imperator, tu vindice
Scotitor della terra,
D’ambrosia rugiadosi
Dalle stalle etïopiche
Traggi i verdi cavalli, e col tridente,
Dei Telchini operosi
Fabbricato all’incudine,
Svelli, sommergi, Enosigéo possente ,
La grifagna Albïone.
Assai del nostro danno
Crebbe avaro ladrone,
Che dalle nasse alzossi e dalla burchia
Dell’Europa tiranno.
Falsar, mentire, ai patti
Romper fede e sospendere,
Qual merce in libra, della terra il pianto:
Acquistar per misfatti
Possanza infame, e al punico
Corsal rapire di perfidia il vanto;
Ecco l’arte e gl’ingegni
Della sleal, che il Franco
Valor sfida e gli sdegni
Del gran Guerriero, a cui già compra e medita
Ferro assassin nel fianco.
Spegneasi al dolce canto
Della tebana cetera
Il rovente di Giove eterno strale,
E sullo scettro intanto
L’aquila assisa in placido
Sonno i grand’occhi declinava e l’ale.
Delle mie corde al suono
Prego l’ira si svegli
Del celto Giove e il tuono,
Fin che col Russo alfin rabbuffi all’anglica
Mercatrice i capegli.
Gravar l’empia si spera
La terra e il mar, che libero
A tutti ondeggia, di servil catena;
E già selvosa e nera
Di sue tonanti roveri
Mugge l’adriaca Teti e la tirrena.
Ma di tal padre è nata
L’italica Donzella,
Che con rigoglio guata
I suoi perigli, e ride e danza al fremere
Dell’inglese procella.
Ve’ che saltante ed ebra
D’alta letizia il candido
Natal suo giorno con palestre e ludi
Banchettando celébra,
Cui dan l’Arti e l’olimpiche
Muse la norma, e Aglaia e i Piacer nudi.
Nè fra i canti e la polve
Circense il rilucente
Brando dal fianco solve:
Di Marengo ella nacque in mezzo ai fulmini,
E il padre in cor si sente.
Tale, allor che con guerra
Temeraria tentarono
Turbar Giove, e rapirgli il lampo e il tuono
I figli della Terra
Congiurati a rescindere
Del ciel le mura ed il Saturnio trono,
Romoreggiando fuora
Del divin capo, allegra
E nell’armi sonora
Balzò Minerva, e la paterna folgore
Vibrò secura in Flegra.
Poi del sangue già tersa
Degli squarciati Anguipedi
Col gran padre esultando al ciel saliva.
Di calda strage aspersa,
L’asta frattanto e l’egida
Lavan cantando sull’Inachia riva
Di Pelasgo le figlie;
Mentre ancor polverose,
E sciolte l’auree briglie,
II trifoglio erettéo pascon le vergini
Puledre bellicose.
Vincenzo Monti - Fior di mia gioventude Tekst piosenki
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Fior di mia gioventude
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