Piosenka:
Emilio Locurcio - La veglia: autoritratto dentro stanze elettroniche tekstowo zapisana

Tekst piosenki La veglia: autoritratto dentro stanze elettroniche


L'alba entra dalla finestra e io la guardo dal mio letto
Mi alzo, vado in bagno, mi guardo allo specchio e rifletto
Una sirena, all'improvviso, riempie il cielo con unghiate di suono
Si va, si va dentro le fabbriche forgiati nel medesimo abbandono

Poi alle cinque torno con Piero, oggi ride perché è la sua festa
Per la prima volta, giù alla mensa, ha rifiutato il cibo, in segno di protesta
Aspettiamo in un bar che venga la notte, con le sue promesse di tenerezza
Anche se in fondo agli occhi più non riusciamo a nascondere la stanchezza

Poi ecco la notte farsi avanti, accordando i suoi dolci strumenti
Le balere, i cabaret sghignazzano nel buio, promettendo nuovi divertimenti
Incontro Giovanna, stropicciata contro un muro, dentro la sua lucida miseria
Vado in giro a cercare quelle donne che non mi hanno voluto per la mia cattiveria

Mio padre lavora giù al mercato per gli ebrei, lucida le loro casseforti
Giù in piazza la radio della polizia ha intercettato una trasmissione per i morti
L'assassino si toglie la parrucca e la maschera, che lo rendevano tanto bello
Nel ripostiglio di un benzinaio, al buio, si affila già un altro coltello

È notte, tu dormi nel mio letto con un uomo
Ho un gusto acido di lacrime dentro la bocca

Entro dentro cattedrali enormi, devastate da simboli nazisti
E scopro che in ginocchio sulle panche ci sono ladri, acrobati e musicisti
Stringono fra le mani coltelli e carabine, ma sono arrivati troppo tardi
Cavalli, dentro la sagrestia, mangiano oro zecchino, aprono casse di petardi

Le fabbriche delle armi vanno, di notte e di giorno, ad un ritmo frenetico
Gli operai bendati imparano a memoria un canto cibernetico
Le palestre sono aperte e dentro fascisti adolescenti lavano armi e croci
Il grammofono della morte grida nelle mie pareti, ma io non risponderò mai alle sue voci

Dentro le fogne, sotto il marciapiede bagnato, la gente scorre verso il mare
Giovanna ascolta, con nel cuore la certezza che non ce la faremo mai ad arrivare
Mentre le dormo accanto, con la luce accesa e il vino che trabocca
Sento Piero piangere nell'ascensore e ho un nodo in fondo alla bocca

Quel cappotto pieno di stelle, che mi han regalato, non serve a niente, mi fa solo paura
Ora il cielo è caduto sul pavimento e manda un odore putrido di risciacquatura
Scoppiano le strade, in mezzo ai quartieri, la finestra non si può aprire
Perché arriva una giornata feroce, la gente è pronta a impazzire

È notte, tu dormi nel mio letto con un uomo
Ho un gusto acido di lacrime dentro la bocca

Emilio Locurcio - La veglia: autoritratto dentro stanze elettroniche Tekst piosenki

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La veglia: autoritratto dentro stanze elettroniche

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